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IL CERVO

2021-02-04 13:33

Collodet Rudy

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Questa sera ore 21:00 sarò in diretta per lezione corso, zona alpi spiegherò il Cervo.

Il Cervo

 

 

 

 

Il cervo nobile occupa un areale vastissimo, esteso da Europa e Nordafrica fino ad Asia centrale, Siberia, Estremo Oriente e Nordamerica. In passato era largamente diffuso in gran parte di Canada e Stati Uniti, ma agli inizi del ventunesimo secolo si incontra solo nelle regioni occidentali del Nordamerica, con piccole popolazioni reintrodotte in altre aree del continente. È largamente diffuso in quasi tutta l'Europa continentale, sebbene sia assente dalle regioni settentrionali della Fennoscandia e dalla Russia europea. È presente anche su un certo numero di isole, comprese le Isole Britanniche e la Sardegna. In Albania si è estinto. Varie piccole popolazioni di origine incerta sono state introdotte (esclusivamente a scopo venatorio) in Russia. Forse ne sopravvive una piccola popolazione originaria nella zona di Kaliningrad/Königsberg, lungo il confine con la Polonia. Le piccole popolazioni isolate che si trovano in Grecia, invece, sono il frutto di reintroduzioni in aree dove un tempo la specie era diffusa. Allo stesso modo, tutte le popolazioni del Portogallo sono state reintrodotte dall'uomo o hanno popolato naturalmente l'area partendo dalla Spagna, dove la specie è stata a sua volta reintrodotta. Si incontra dal livello del mare fino a oltre il limite degli alberi (2500 m ca.) sulle Alpi. In tutto il suo areale, però, il cervo nobile ha distribuzione frammentata[1].

In Africa la specie si incontra nelle regioni nord-orientali dell'Algeria e in Tunisia. Nel Vicino e nel Medio Oriente è diffusa in Turchia, nelle regioni settentrionali dell'Iran e in Iraq, ma è estinta in Israele, Giordania, Libano e Siria. In Asia centrale, si trova in Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan (dove però si è estinta), Uzbekistan, Afghanistan settentrionale, India settentrionale (Valle del Kashmir) e Pakistan settentrionale (dove però giunge solo occasionalmente); altrove, nel continente asiatico, il cervo nobile vive in Siberia, Mongolia e Cina occidentale e settentrionale. In Mongolia, popola le catene montuose di Hövsgöl, Hangai, Hentii, Ikh Hyangan, Mongol-Altai e Govi Altai, ma è stato reintrodotto anche sulle colline del sud-est del Paese. In Cina, è diffuso in Gansu, Mongolia Interna, Jilin, Liaoning, Manciuria, Ninxia, Shaanxi, Shanxi, Sichuan e nelle regioni orientali del Tibet, Qinghai compreso. Abita anche in Corea e nella regione dell'Ussuri, in Russia[1].

La specie è stata inoltre introdotta in Australia, Nuova Zelanda, Cile, Perù ed Argentina, dove si è adattata in maniera eccellente, divenendo in alcuni casi dannosa[7]. È inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo (relativamente alle introduzioni extraeuropee). Fonte Wikipedia

Descrizione

Schema dei palchi del cervo: (2) rosa; (4) stanga; (5) oculare o pugnale; (6) ago o invernino; (7) mediano o pila; (8) corona (nel caso di due sole punte si parla di forca).

Dimensioni[modifica 

I maschi adulti possono essere lunghi sino a 2,55 m e alti, al garrese, sino a 1.50 m, con un peso che va da 200 a più di 250 kg nei casi eccezionali. La femmina è notevolmente più piccola, raggiungendo solo eccezionalmente i 2 m di lunghezza e può raggiungere i 150 kg di peso[11]. A queste misure va aggiunta la coda, che in ogni caso non supera i 20 cm di lunghezza. Generalmente, gli esemplari delle popolazioni dell'Europa orientale raggiungono dimensioni maggiori (ad esempio la sottospecie nominale raggiunge i cinque quintali di peso), mentre quelli dell'area mediterranea hanno dimensioni inferiori (ad esempio il cervo sardo non supera quasi mai il quintale di peso): tuttavia, se alimentati abbondantemente i cervi sono in grado di crescere ben al di sopra delle misure medie raggiungibili dalla popolazione in esame[6], mentre le popolazioni di qualsiasi sottospecie introdotte in altri Paesi possono rimanere di dimensioni molto contenute (anche mezzo quintale di peso)[12].

Aspetto[modifica 

Un maschio mentre bruca.

Una femmina in atteggiamento di allerta.

Il tronco appare snello e allungato; leggermente rientrante nella regione inguinale; la spalla è arrotondata e muscolosa; il petto è largo e la groppa è diritta e potente. Il collo, lungo, piuttosto sottile e un poco compresso, sostiene alta la testa, allungata e larga all'occipite, con la fronte infossata tra gli occhi. Il muso, diritto, va assottigliandosi, e gli occhi, di media grandezza e vivacissimi, hanno le pupille ovali.

I lacrimatoi del cervo.

I lacrimatoi, piuttosto grandi, formano una specie di infossatura allungata, che scende verso gli angoli della bocca con le pareti interne secernenti la caratteristica sostanza oleosa, di cui il cervo si libera, soffregando la testa contro la corteccia degli alberi. Le orecchie sono lunghe, larghe e assai mobili. Gli arti, molto lunghi in proporzione al corpo, si presentano sottili ma robusti, con zoccoli stretti e appuntiti adatti a un velocissimo corridore e agilissimo saltatore, mentre gli unghioli delle dita posteriori sono ovali, troncati all'estremità e non toccano il suolo se non nella corsa.

Il mantello, aderente e liscio, è composto di peli setolosi e di fine lanugine, che si allunga notevolmente sulla coda, mentre sul labbro superiore e intorno agli occhi crescono serie di lunghe setole: nei maschi, in particolare in quelli delle popolazioni diffuse in climi freddi, spesso è presente una criniera sul collo. La colorazione del mantello subisce variazioni a seconda delle stagioni, del sesso e dell'età degli individui: il mantello estivo appare brunastro o tendente al rossiccio, mentre in inverno è grigio-bruno, con un pelo notevolmente infittito[13]. Nelle femmine, i medesimi colori vanno schiarendosi, come se sbiadissero, e i giovani presentano un abito rossastro con macchie bianche che tendono a scomparire con l'età.

Un maschio con palchi ricoperti dal velluto.

I palchi, strutture analoghe ma non omologhe alle corna dei Bovidi, rappresentano la principale caratteristica dei maschi e, certo, uno dei fenomeni biologici più interessanti. Alla fine del primo inverno, sullo stelo, cresciuto nella regione frontale, compaiono i primi palchi, nutriti da uno strato di pelle riccamente vascolarizzata, detta velluto; in luglio essa raggiunge il suo massimo sviluppo, ossificandosi.

La crescita dei palchi col passare degli anni.

Al suo secondo anno di vita, il giovane cervo, a causa della graduale diminuzione dei livelli di testosterone nel sangue (la crescita dei palchi è infatti legata al tasso di testosterone[14]) subisce la decalcificazione della base dei primi palchi, che, al minimo urto contro un ostacolo, si staccano e cadono. Il fenomeno si ripete, da qui innanzi, regolarmente ogni anno: i palchi cadono ma sullo stelo se ne formano di nuovi, che raggiungono le dimensioni massime entro quattro mesi, sempre ricoperti di velluto. Anno per anno, il volume, il peso e parzialmente il numero delle punte va aumentando. Vi è la credenza popolare che si possa capire l'età di un maschio contando il numero delle punte e dando un anno per ogni punta. Tale credenza non si dimostra sempre corretta (anche se in moltissimi casi è così) e per stimare l'età di un cervo si deve utilizzare, come per gli altri Cervidi, la valutazione della dentizione.
Quanto alle dimensioni e al peso dei palchi, si nota una considerevole variabilità individuale: in generale, la lunghezza va da un minimo di 70 cm a un massimo, peraltro eccezionale, di 1,30 m. Il peso delle corna, negli individui adulti, è, in media, di 4–6 kg, con punte eccezionali al di sopra dei 10 e fino a 15–20 kg.

I palchi dei maschi adulti di cervo sono molto imponenti e presentano diverse punte e ramificazioni. Partendo dal basso (cioè dagli steli) le punte prendono il nome di: oculare, ago (non sempre presente) e mediano, quelle situate lungo la «stanga», mentre quelle situate all'apice della stanga prendono il nome di forca (se sono due) o di corona (se sono tre o più).

Per quanto riguarda le malattie il cervo nobile può essere affetto da brucellosi, paratubercolosi, leptospirosi, toxoplasmosi, malattia del deperimento cronico del cervo. Fonte wikipedia

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