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Biometria

2022-04-30 16:04

Collodet Rudy

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biometria

Al via Corso di formazione per rilevatori biometrici degli ungulati!!!!

 

 

Corso di formazione al rilievo biometrico degli ungulati!!!!!

 

Sono aperte le iscrizioni al corso per rilevatori biometrici degli ungulati!!!

Il Corso segue le linee guid ISPRA tenuto da docenti abilitati dallo stesso istituto!!!

________________________________________________________________________________

L’incremento numerico e l’espansione di areale degli Ungulati in Italia
negli ultimi decenni hanno avuto come conseguenza un sensibile aumento
dei prelievi venatori e con questi la diffusione della pratica del
rilevamento biometrico, sia pure con grande disomogeneità di approcci
e di tecniche, nonostante gli sforzi di molti addetti ai lavori. L'unico
campo in cui esiste una precisa codificazione seguita da tutti è costituito
dalle misurazioni dei palchi e delle corna, che seguono le formule predisposte
dal Consiglio Internazionale della Caccia. Si pensi invece a
come si registra il peso eviscerato: talvolta l'animale viene pesato eliminando
solo i visceri addominali, talvolta tagliando prima le zampe,
nel caso di maschi di Cervo o Capriolo la pesatura può essere preceduta
dal taglio della testa. Si continuano spesso ad adottare procedure diverse
anche nel caso delle misure lineari, che pure dovrebbero risentire
meno delle rigide tradizioni venatorie locali. C’è ancora chi utilizza il
metro rigido, anche se ormai quasi ovunque si preferisce seguire i contorni
del corpo dell'animale con il metro flessibile. La lunghezza testatronco
viene misurata partendo dal labbro superiore o dal "rinario". La
cosiddetta altezza al garrese viene misurata talvolta a partire dalla spina
dorsale, talvolta dalla scapola. La lunghezza del garretto viene registrata
fino all'attaccatura dello zoccolo oppure fino al bordo inferiore della
muraglia dello zoccolo o ancora fino alla punta dello zoccolo. Persino
la lunghezza della mandibola viene ancor oggi rilevata in tre, quattro
modalità diverse.
In questa vera e propria Babele di procedure differenti, da più parti si
è ravvisata già da tempo la necessità di arrivare ad una codificazione
delle metodologie di rilevamento. I biologi della selvaggina scandinavi
nel 1973 delegarono un gruppo di lavoro perché esaminasse criticamente
le diverse metodologie in modo da standardizzare le procedure
di rilevamento. Così nel 1977 uscì a Stoccolma a cura di Rolf Langvatn
un librettino verde in lingua inglese di appena 27 pagine intitolato "Criteria
of physical condition, growth and development in Cervidae suitable
for routine studies" (Metodi per descrivere e valutare le condizioni
fisiche, la crescita e lo sviluppo nei Cervidi, utilizzabili negli studi di
routine). Oggi questo breve testo è uno dei punti di riferimento essenziali
per qualsiasi indagine di biometria applicata ai Cervidi.
Sono molti i motivi per cui i rilevamenti biometrici costituiscono uno
strumento indispensabile per lo studio e la gestione degli Ungulati.
– Ancor oggi sappiamo molto poco sull’accrescimento corporeo e la
taglia delle popolazioni degli Ungulati italiani e spesso possediamo
solo informazioni aneddotiche o dati frutto di campionamenti insufficienti
oppure non standardizzati. La pianificazione di studi biometrici
consente di descrivere quantitativamente le caratteristiche
fisiche medie delle diverse popolazioni, cioè di “caratterizzarle”, “tipizzarle”,
rappresentandone le tendenze centrali e la variabilità.
– Gli Ungulati sono in grado di rispondere rapidamente ai cambiamenti
ambientali, variando ad esempio la durata dell’accrescimento
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corporeo e la taglia. L’uso della biometria permette di tenere sotto
controllo lo stato di salute di una popolazione. Il monitoraggio per
esempio del peso corporeo, della lunghezza del garretto o della
mandibola può essere utilizzato per verificare aumenti o diminuzioni
della densità di una specie, cambiamenti nelle disponibilità
alimentari dovuti a variazioni climatiche oppure errori di pianificazione
gestionale.
– Parametri quali la fertilità, il successo riproduttivo o la probabilità di
sopravvivenza condizionano la dinamica di una popolazione di Ungulati.
Lo studio delle relazioni esistenti tra morfometria e tali parametri
consente quindi di fare luce su importanti aspetti della storia
vitale di queste specie.
In conclusione gli Ungulati abbattuti in prelievo venatorio, così come
quelli catturati vivi o rinvenuti morti, andrebbero sempre sottoposti a
rilevamenti biometrici. È ormai indispensabile incorporare la biometria
nelle attività ordinarie di gestione faunistica, creando centri di controllo
e monitoraggio dei capi abbattuti, ricorrendo a tecnici qualificati e ad
operatori appositamente formati, creando banche dati, analizzando e
facendo conoscere le informazioni sistematicamente raccolte.
Questa guida si propone, pertanto, di fornire una chiara codificazione
delle procedure di raccolta dei dati biometrici per gli Ungulati italiani
allo scopo di standardizzare il rilevamento biometrico. Presenta inoltre
una sintesi delle varie applicazioni della biometria nella gestione faunistica
ordinaria e nella ricerca scientifica per farne conoscere le potenzialità
quale strumento di indagine.
Il presente volume fa riferimento al testo di Langvatn del 1977 per le misure
somatiche mentre per i rilevamenti biometrici di palchi e corna si
fa per lo più riferimento alle voci e alle regole contenute nelle formule
di valutazione dei trofei codificate dal Consiglio Internazionale della
Caccia (Bieger e Nüsslein 1977, Hromas e Feuereisel 1998, Vari´cak
2002) ed infine per la craniometria le misure selezionate sono state descritte
in base all’ampio e dettagliato manuale di von den Driesch
(1976).
Questa guida si rivolge a biologi della fauna selvatica, tecnici faunistici,
cacciatori esperti e a tutte quelle figure a vario titolo impegnate nella
gestione della fauna nel territorio cacciabile e nelle aree protette.

"fonte ispra"

 

biometria ungulati

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